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Rapporto ISPRA Rifiuti Speciali 2020
È stato presentato il 26 maggio in videoconferenza il Rapporto ISPRA sui Rifiuti speciali, alla presenza del Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa e di autorevoli rappresentanti del mondo ambientalista e delle imprese (per Confindustria è intervenuta la neo-eletta Vicepresidente con delega all’ambiente Maria Cristina Piovesana), tra cui FISE UNICIRCULAR e FISE Assoambiente. Il Rapporto - Edizione 2020 - fornisce i dati, all’anno 2018, sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale, nonché sull’import/export.
Il Rapporto evidenzia come, nel 2018, la produzione nazionale di rifiuti speciali si attesti a 143,5 milioni di tonnellate. Tra il 2017 e il 2018 si rileva un aumento nella produzione totale pari al 3,3%. L’incremento registrato è quasi del tutto imputabile ai rifiuti non pericolosi provenienti da operazioni di costruzione e demolizione che aumentano del 6,6%. Il settore delle costruzioni e demolizioni, con 61 milioni di tonnellate, concorre al 42,5% del totale dei rifiuti prodotti.
Nel 2018, i rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia sono pari a 152,6 milioni di tonnellate, di cui 143 milioni di tonnellate (93,7% del totale gestito) sono non pericolosi. Rispetto al 2017, si assiste ad un aumento del 3,7%, del quantitativo complessivamente gestito; in particolare le quantità avviate a operazioni di recupero aumentano del 4,1%, quelle avviate a smaltimento del 4,5%.
Il recupero di materia (da R2 a R12) è la forma di gestione predominante, con il 67,7% (103,3 milioni di tonnellate). Come negli anni precedenti, nel 2018, il riciclo/recupero di sostanze inorganiche (R5) si conferma l’operazione più effettuata, interessando circa 58,6 milioni di tonnellate, il 48,3% del totale recuperato. Quanto alla tipologia, il 61,2% dei rifiuti non pericolosi recuperati è costituito dai rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (capitolo 17 dell’EER), e il 13,1% dai rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti (capitolo 19).
Anche nel 2018, il ricorso alla discarica (D1) e al trattamento chimico-fisico (D9) rimangono le forme di smaltimento più utilizzate, rappresentando, rispettivamente, il 37,9% e il 32% del totale smaltito. Rispetto al 2017, va evidenziato che il trattamento biologico (D8) aumenta di 388 mila tonnellate (+ 6,7%); per i rifiuti sottoposti a incenerimento (D10/R1) si registra, una diminuzione di 64 mila tonnellate (-5%).
I quantitativi di rifiuti speciali complessivamente smaltiti in discarica ammontano a circa 11,9 milioni di tonnellate, pari al 7,8% del quantitativo dei rifiuti speciali gestiti a livello nazionale (circa 153 milioni di tonnellate). Rispetto al 2017, si rileva una leggera flessione, pari a 149 mila tonnellate (-1,2%). Nell’anno 2018, a livello nazionale, il numero totale delle discariche operative è pari a 310; 149 sono discariche per rifiuti inerti (48,1% del totale degli impianti operativi), 150 sono discariche per rifiuti non pericolosi (48,4% del totale), e 11 sono discariche per rifiuti pericolosi (3,5% del totale). Analizzando il triennio 2016 - 2018, si assiste ad una progressiva diminuzione del numero totale delle discariche operative che passano da 350 del 2016, a 324 del 2017, e a 310 nel 2018. La maggior parte delle discariche è localizzata al Nord dove sono presenti 174 impianti; 46 discariche sono ubicate al Centro e 90 al Sud.
Nel 2018 sono stati avviate ad incenerimento circa 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui quasi 772 mila tonnellate (64,5%) non pericolosi e oltre 424 mila tonnellate (35,5%) pericolosi. Tali quantità sono trattate sia in impianti di incenerimento di rifiuti speciali che in impianti dedicati prevalentemente al trattamento di rifiuti urbani, autorizzati dalle autorità competenti come impianti di recupero energetico. Gli impianti di incenerimento in esercizio che trattano rifiuti speciali sono 82, di cui 47 localizzati nel Nord, 8 al Centro e 27 al Sud.
La quantità totale di rifiuti speciali esportata nel 2018 è pari a 3,5 milioni di tonnellate, di cui il 64,3% (oltre 2,2 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi. Il quantitativo maggiormente esportato (54,4%) dei rifiuti non pericolosi pari a 1,2 milioni di tonnellate, è costituito dai rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, in particolare plastica e gomma per 420 mila tonnellate e carta e cartone per 219 mila tonnellate. L’esportazione di questi rifiuti avviene principalmente verso l’Austria (76 mila tonnellate di plastica e gomma e 55 mila tonnellate di carte e cartone) e verso la Germania (65 mila tonnellate di plastica e gomma e 37 mila tonnellate di carta e cartone). L’81,5% dei non pericolosi esportati è destinato a recupero di materia (1,8 milioni di tonnellate), il 14,3% a recupero energetico e il 4,2% a smaltimento; per quanto riguarda i rifiuti pericolosi, il 67,7% viene destinato a smaltimento, il 20,8% è avviato a recupero di materia e il restante 11,5% è destinato a recupero energetico.
Il Ministro Costa, nel suo intervento introduttivo, si è soffermato sull’importanza dei possibili impatti, nel settore dei rifiuti e dell'economia circolare, della norma che da ultimo ha modificato la disciplina end-of-waste per quanto riguarda il "caso per caso". Tali impatti saranno rilevati dai dati analizzati da ISPRA tra due anni. Inoltre, ha ricordato che, entro luglio, dovrebbe completarsi il recepimento del pacchetto delle direttive su economia circolare: in merito i lavori proseguono senza sosta ma hanno subito comunque un rallentamento a causa dalla pandemia. Per quanto concerne invece i dati presentati, ha evidenziato come il maggior incremento della produzione dei rifiuti non pericolosi venga dalla crescita dei rifiuti da costruzione e demolizione: per questi ultimi l'obiettivo del Ministero è che possano essere trasformati in materia prima grazie alle norme del decreto EoW che con il contributo di ISPRA si sta mettendo a punto. Costa ha annunciato che la definizione del decreto dovrebbe finalmente essere ora giunta a un punto di svolta, almeno per quanto riguarda il livello tecnico, e che il decreto dovrebbe essere firmato entro l’inizio dell’autunno. Per quanto concerne le altre filiere EoW, il Ministro ha ricordato di aver firmato a marzo il decreto sulla gomma vulcanizzata da PFU (di cui si attende a breve la pubblicazione in gazzetta) mentre sono prossimi alla chiusura i decreti su carta da macero e spazzamento strade. Infine, Costa ha auspicato la diffusione degli impianti di compostaggio su tutto il territorio nazionale, ha ricordato che intende promuovere incentivi economici per lo smaltimento dell'amianto da edifici privati e, da ultimo, ha affermato che l'attuale capacità di incenerimento è sufficiente a coprire l'incremento dei rifiuti a rischio infettivo quali guanti e mascherine.
Tra i partecipanti all’evento di presentazione il Presidente UNICIRCULAR, Andrea Fluttero, ha posto l’attenzione sulla necessità che venga abbandonato l’approccio generalista sulla gestione dei rifiuti in favore di un approccio più specifico per le singole filiere, basato sul mercato dei materiali e prodotti secondari, sottolineando da un lato che il recepimento delle direttive europee deve essere omogeneo rispetto agli altri Paesi europei, dall’altro che il Legislatore dovrebbe prevedere, per ciascuna filiera, degli strumenti che consentano di intervenire con flessibilità rispetto alle situazioni di criticità del mercato o di emergenza quale quella che stiamo attraversando. Il Presidente Fluttero si è poi soffermato sulla problematica dei costi delle frazioni negative derivanti dal trattamento dei rifiuti per le quali deve essere garantito l’accesso agli impianti, l’assenza di soluzioni per il car fluff che impedisce il raggiungimento dei target europei, la difficoltà di esportare i pezzi di ricambio derivanti dai veicoli fuori uso, il dato preoccupante relativo alla quantità di materiale derivante dal trattamento di PFU che rimane in giacenza di magazzino alla fine dell’anno per la difficolta di collocare tali materiali, i rifiuti da costruzione e demolizione per i quali si auspica che si arrivi a norme per la demolizione selettiva, l’opportunità di valorizzare le tecnologie per il recupero della vetroresina e la necessità di rendere disponibili impianti a livello nazionale per lo smaltimento dell’amianto.
Il Direttore Assoambiente Elisabetta Perrotta è intervenuta illustrando gli elementi di forza, debolezza, opportunità e di criticità della gestione dei rifiuti speciali. Tra gli elementi di debolezza, l’eccessiva burocrazia e la scarsa propensione, anche per l’effetto Nimby, degli Enti del territorio al rilascio delle autorizzazioni. Diverse le opportunità, tra cui la potenzialità di sviluppare un adeguato sistema impiantistico capace di rispondere in modo idoneo in ogni area del Paese alle esigenze di gestione dei rifiuti generati, in questo caso, dal sistema produttivo; il recepimento in atto delle direttive europea del Pacchetto economia circolare in cui realizzare un contesto normativo chiaro, certo e privo di interventi di gold plating. Tra gli elementi di minaccia per il sistema sono state richiamate l’illegalità e le fake news di cui questo settore è da sempre bersaglio.
Per maggiori approfondimenti il Rapporto completo, la Sintesi, il Comunicato stampa e il video della presentazione dell’evento sono disponibili qui.
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