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Rapporto Rifiuti Urbani 2020
ISPRA ha pubblicato sul proprio sito il Rapporto Rifiuti Urbani 2020 (scaricabile qui), che fornisce i dati, aggiornati all’anno 2019, sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import/export, a livello nazionale, regionale e provinciale. Inoltre, riporta le informazioni sul monitoraggio dell’ISPRA sui costi dei servizi di igiene urbana e sull’applicazione del sistema tariffario. Infine, contiene una ricognizione dello stato di attuazione della pianificazione territoriale aggiornata al 2020. Il rapporto verrà presentato il prossimo 29 dicembre alle ore 10:00 con un evento in diretta web sul sito di Ricicla TV.
Il rapporto evidenzia come i rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono circa 30 Mt, dato in lieve calo rispetto al 2018 dello 0,3% (-80 kt). A crescere è solo il Nord Italia, con quasi 14,4 Mt di rifiuti (+0,5%), mentre calano il Centro (-0,2%), con circa 6,6 Mt, e il Sud (-1,5%), con 9,1 Mt. La produzione pro capite per il 2019 si attesta a circa 500 kg. I valori più alti si registrano al Centro con 548 kg/ab, seguito dal Nord (518 kg/ab) e dal Sud (445 kg/ab).
Tra il 2018 e il 2019, 13 Regioni italiane, in particolare quelle meridionali, fanno rilevare un calo della produzione dei rifiuti urbani. I maggiori decrementi si osservano per il Molise (-4,5%), la Sicilia (-2,6%) e la Calabria (-2,3%). Aumenta invece la produzione nelle Regioni settentrionali, ad eccezione di Piemonte e Liguria, mentre al Centro solo il Lazio evidenzia un incremento (+0,4%).
Nel 2019, rispetto al 2018, si è registrato un disallineamento tra l’andamento della produzione dei rifiuti e quello degli indicatori socio-economici (PIL e spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie residenti e non residenti). Infatti, il PIL e la spesa delle famiglie fanno registrare un incremento pari, rispettivamente, allo 0,3% e allo 0,6%, mentre la produzione dei rifiuti mostra un lieve calo.
Cresce ancora, invece, la raccolta differenziata che nel 2019 raggiunge il 61,3% della produzione nazionale (+3,1% vs 2018). Dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata, con la raccolta differenziata che passa da circa 9,9 Mt a 18,5 Mt. A livello regionale il Sud supera per la prima volta il 50% di raccolta differenziata confermando il trend di crescita degli ultimi anni, con un aumento della percentuale del 4,5%. I maggiori incrementi si registrano in Molise (+12 punti) e Sicilia (+9 punti), seguite dalla Sardegna (+6,3), dalla Puglia (+5,2) e dall’Abruzzo (+ 3,1). Nel 2019 superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata, fissato al 2012 dalla normativa, 8 Regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%). Al di sopra del 60% la Valle d’Aosta (64,5%), il Piemonte (63,2%), l’Abruzzo (62,7%) e la Toscana (60,2%). Inferiore al 50% risulta la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%). La Sicilia rimane al di sotto del 40%, pur facendo registrare un aumento di 9 punti rispetto al 2018 (dal 29,5 al 38,5%). Tra le città metropolitane, la percentuale più elevata di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4% (+13,6 punti rispetto al 2018), Venezia si attesta al 70,9% e al di sopra del 60% si collocano Milano, Bologna, e Firenze (rispettivamente 67,4%, 65,5% e 64,8%). La Città metropolitana di Roma Capitale raggiunge il 51,2%. Il valore più basso, 29%, si registra per Palermo che, in ogni caso, fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 9,1 punti (19,9% nel 2018).
L’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia e rappresenta il 39,5% del totale, anche se nel 2019 fa registrare un aumento (+3,1%) più contenuto rispetto a quello del biennio precedente (+6,9% tra il 2017 e 2018). Carta e cartone rappresentano il 19,1% del totale; segue il vetro con il 12,3% e la plastica che rappresenta l’8,3% della raccolta, ma che fa segnare una crescita del 12,2% pari a un quantitativo complessivo di oltre 1,5 Mt.
Rispetto alle modalità di gestione il rapporto evidenzia che il 50% dei rifiuti raccolti in maniera differenziata viene inviato ad impianti di recupero di materia; il riciclo totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico/biologico, si attesta al 53,3% e riguarda organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.
Nel 2019 sono operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani: 355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud. 345 sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 130 sono impianti per il trattamento meccanico o meccanico-biologico dei rifiuti, 131 sono impianti di discarica, 37 sono impianti di incenerimento e 15 sono impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani. Il rapporto rileva che l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, ma che non tutte le Regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti.
Il 21% dei rifiuti urbani, pari a quasi 6,3 Mt, viene smaltito in discarica con una riduzione del 3,3% rispetto al 2018. Solo il Centro Italia fa registrare un incremento (+19,4%), mentre si rilevano riduzioni consistenti nel ricorso alla discarica al Sud (-15,2%), dovute soprattutto ai miglioramenti in termini di raccolta differenziata nelle stesse aree. Il Nord non fa registrare variazioni significative (-0,9%). Nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 58,2%, passando da 15 Mt alle attuali 6,3. Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è invece incenerito (oltre 5,5 Mt); il dato è in aumento dell’1,4% rispetto al 2018. Su 37 impianti operativi, il 70,3% si trova al Nord, concentrati in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna.
L’esportazione dei rifiuti interessa il 2% dei rifiuti urbani prodotti a livello nazionale. Rispetto al 2018, l’esportazione aumenta del 10,8% mentre calano dell’1% le importazioni. I principali flussi di rifiuti inviati fuori dai confini nazionali, soprattutto in Austria e Spagna, sono il combustibile solido secondario (30,2%) e i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (34,0%). Le due regioni che maggiormente esportano sono la Campania e la Lombardia. Gli impianti localizzati sul territorio nazionale importano principalmente plastica (26,7%), vetro (25,2%) e abbigliamento (19,6%). Il vetro arriva soprattutto dalla Svizzera ed è destinato ad impianti di recupero e lavorazione situati perlopiù in Lombardia, mentre l’abbigliamento è importato in massima parte dalla Campania presso aziende che ne effettuano il recupero.
Il rapporto infine, oltre al consueto focus regionale, fornisce un approfondimento sui costi di gestione dei rifiuti urbani. Nel 2019, il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 175,79 €/ab (nel 2018 era 174,48). Al Centro i costi più elevati (208,71 €/ab), segue il Sud con 188,53 €/ab e il Nord con 155,83 €/ab. Tra le città che presentano i maggiori costi si segnalano Venezia con 366,11 €/ab, Cagliari con 314,98 €/ab e Genova con 266,58 €/ab. I costi minori si rilevano invece ad Udine 119 €/ab, Campobasso 161,17 €/ab e Bolzano 168,30 €/ab.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del Rapporto e al sito http://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it dove è possibile consultare i dati relativi a produzione, raccolta differenziata e costi dei servizi di gestione per singolo Comune.
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