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Rapporto OMS su esposizione ai rifiuti elettronici
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un Rapporto (scaricabile qui) intitolato “Children and Digital Dumpsites: E-waste exposure and child health”, prodotto con il contributo e il supporto della E-Waste Coalition, un gruppo di 10 agenzie delle Nazioni Unite e organizzazioni internazionali, tra cui l’OMS, che si sono unite per aumentare la collaborazione, costruire partenariati e fornire supporto più efficiente agli Stati membri per affrontare la sfida dei rifiuti elettronici.
Il rapporto è uno dei risultati dell’iniziativa dell’OMS sui rifiuti elettronici e la salute dei bambini (Initiative on E-waste and Child Health), lanciata nel 2013, che mira ad aumentare l’accesso a prove, conoscenza e consapevolezza sugli impatti sulla salute dei rifiuti elettronici; a migliorare la capacità del settore sanitario di gestire e prevenire i rischi; a promuovere politiche di gestione sui rifiuti elettronici che proteggano al meglio la salute dei bambini; e a migliorare il monitoraggio dell’esposizione ai rifiuti elettronici.
Il rapporto evidenzia come nel Mondo siano ben 12,9 milioni le donne lavorano nel settore dei rifiuti informali, che potenzialmente le espone a rifiuti elettronici tossici, mettendo a rischio anche i bambini non ancora nati. Nel contempo, più di 18 milioni di bambini e adolescenti, alcuni di appena 5 anni, sono attivamente impegnati nel settore del trattamento dei rifiuti. I bambini sono spesso coinvolti dai genitori o da chi si prende cura di loro nel riciclo dei rifiuti elettronici. Molti altri vivono, vanno a scuola e giocano vicino a centri di riciclo dei rifiuti elettronici dove alti livelli di sostanze chimiche tossiche, principalmente piombo e mercurio, che possono danneggiare le loro capacità intellettuali. Il recente Rapporto di ILO-UNICEF ha evidenziato come il numero di bambini vittime del lavoro minorile sia salito a 160 milioni in tutto il mondo, con un aumento di 8,4 milioni di bambini negli ultimi quattro anni.
Il rapporto evidenzia inoltre come i volumi di RAEE siano in continuo aumento a livello globale. Infatti, secondo la Global E-waste Statistics Partnership (GESP), sono cresciuti del 21% nei 5 anni fino al 2019, quando sono state generate 53,6 Mt di RAEE. Inoltre, stando alle stime effettuate dal GESP, solo il 17,4% dei RAEE prodotti nel 2019 è stato gestito in modo adeguato presso impianti di riciclo dedicati, mentre il resto è stato gestito illegalmente, prevalentemente nei Paesi a basso o medio reddito dove viene riciclato da lavoratori informali. Oltre alle ricadute positive rispetto alla tutela della salute, dell’ambiente ed economiche, il corretto riciclo di quel 17,4% di RAEE ha evitato il rilascio nell’ambiente di 15 Mt di CO2 equivalenti.
Nel suo rapporto l’OMS invita ad un’azione efficace e vincolante da parte di esportatori, importatori e governi per:
- garantire lo smaltimento ecologicamente corretto dei RAEE e la salute e la sicurezza dei lavoratori, delle loro famiglie e comunità;
- monitorare l’esposizione ai RAEE e gli esiti sulla salute;
- facilitare un migliore riutilizzo dei materiali;
- incoraggiare la produzione di AEE più durevoli.
Per maggiori informazioni si rimanda al testo del rapporto.
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