UNIPEC - Unione piattaforme e impianti per l’economia circolare

L’Aggregazione delle Piattaforme e degli Impianti per l’Economia Circolare, in ambito FISE UNICIRCULAR, nasce per dare voce alle aziende che effettuano attività di gestione delle piattaforme di stoccaggio, trattamento, selezione e recupero di rifiuti sia urbani che speciali, compresi la produzione di materie prime secondarie e la preparazione per il riutilizzo, nonché attività ad esse funzionali, quali la raccolta ed il trasporto dei rifiuti, e la commercializzazione dei materiali da questi ottenuti.

In un momento assai critico dal punto di vista sanitario, queste aziende e il loro personale hanno continuato a garantire al territorio i servizi essenziali di gestione dei rifiuti, tra mille ostacoli operativi, amministrativi ed economici. Durante la pandemia si è verificato il crollo generalizzato della domanda e quindi dei prezzi (già in discesa) dei materiali di recupero, causato sia dal drastico abbattimento delle esportazioni di rifiuti recuperabili e dei materiali da questi ottenuti, sia dallo stop alla capacità di assorbimento delle industrie utilizzatrici, interessate dal lockdown; inoltre, si è verificato il crollo della domanda di gestione dei rifiuti speciali a causa della ridotta produzione dell’industria.

Ora la situazione sta lentamente migliorando; ma l’emergenza sanitaria ha amplificato e fatto ulteriormente emergere problematiche tutt’ora irrisolte, come la mancanza di sbocchi per i materiali recuperati e la cronica difficoltà, a causa della carenza impiantistica in alcune zone d’Italia, a trovare una collocazione per gli scarti non recuperabili.

Nel mercato della gestione dei rifiuti ed in particolare di quelli destinati al recupero inoltre, come più volte rilevato dalla Autorità Antitrust, persistono e si sono cristallizzate situazioni di monopolio e di distorsione della concorrenza a tutto vantaggio dell’ente e dell’operatore pubblico, che sottrae alle aziende private quote crescenti relegandole in sostanza ad un ruolo di contoterziste.

In tutto ciò, l’aumento quantitativo delle raccolte differenziate per raggiungere gli obiettivi programmati raramente è accompagnato da un aumento qualitativo dei rifiuti raccolti, proprio quando la domanda, sia interna che estera, di materie prime secondarie si va concentrando sempre più su materiali con elevati standard qualitativi. Questo comporta per le aziende di recupero l’incremento dei costi e la riduzione dei margini, in un contesto caratterizzato da volatilità, incertezza e carenza di incentivi, anche e soprattutto da un punto di vista delle norme e della programmazione.

Il ruolo delle piattaforme di selezione e recupero, divenuto sulla carta sempre più centrale e strategico nel ciclo di gestione dei rifiuti in ottica di economia circolare, ad oggi non è sufficientemente rappresentato nei e dai Consorzi per il recupero, anche nell'ambito degli accordi nazionali con l’ANCI per gli imballaggi - e per questo motivo il decreto di recepimento della direttiva rifiuti (Dlgs. 116/20) ha previsto una rappresentanza di piattaforme di selezione (CSS) tra quelle che sono chiamate a stipulare l’accordo di programma quadro nazionale per la gestione degli imballaggi.

L’Aggregazione delle piattaforme, con le associazioni e le aziende che la compongono, intendono quindi impegnarsi per i seguenti obiettivi:

  • tutelare gli interessi generali delle aziende associate, anche nell’ambito del confronto concorrenziale con l’operatore pubblico, sostenendo il loro ruolo imprescindibile nella filiera, nel rispetto di pari condizioni di mercato e pari dignità riguardo agli altri attori economici, ferme restando le specificità proprie delle imprese rappresentate; contrastare, in particolare, il ricorso all’estensione della privativa comunale giustificata solo da ragioni di “cassa”, in assenza di un servizio effettivo e conveniente dal punto di vista qualitativo, economico ed ambientale;
  • promuovere l’attuazione della gerarchia delle forme di gestione che vede il recupero di materia prioritario rispetto alle altre forme di gestione dei rifiuti, e affrontare il problema della carenza degli sbocchi di mercato per i materiali e i prodotti recuperati, grazie anche al coinvolgimento, in base al principio della responsabilità estesa del produttore, del CONAI e dei relativi consorzi per individuare e promuovere sbocchi aggiuntivi;
  • introdurre nuove misure di sostegno all'acquisto o all’utilizzo delle materie/prodotti provenienti dal riciclo (es. IVA ridotta o credito d’imposta) in modo da evitare, o ridurre, il divario concorrenziale tra questi ultimi e le materie naturali/vergini; promuovere l’applicazione dei CAM nonché, per specifiche produzioni, sostenere l’introduzione del vincolo di impiego di materiali provenienti dal riciclo;
  • velocizzare e semplificare gli adempimenti amministrativi ambientali a carico delle imprese, agevolando, tra l’altro, le procedure per l’esportazione dei materiali selezionati; snellire le pratiche autorizzative per le imprese di gestione dei rifiuti, garantendo uniformità a livello nazionale nelle procedure e nei controlli, tramite l’adozione di linee guida per gli enti preposti, sulla base di Best Practices;
  • implementare sistemi di garanzia a supporto della liquidità delle imprese, in particolare per quanto riguarda l’accesso al credito, i pagamenti della P.A e delle stazioni appaltanti, il cui ritardo ha un impatto devastante su un settore di per sé già in difficoltà, e la riforma della legge fallimentare per il riconoscimento del privilegio per i crediti derivanti dalla gestione dei rifiuti;
  • promuovere l'adeguamento e il miglioramento tecnico degli impianti con incentivi agli investimenti per aumentare la qualità dei processi e dei materiali/prodotti ottenuti dal riciclo e per ridurre gli scarti o gli impatti ambientali, tramite l’ecoinnovazione; sviluppare strumenti di mercato e/o finanziari innovativi per l’economia circolare (es: meccanismi premiali, come la detassazione degli utili reinvestiti, contributi per interventi per l’economia circolare e la trasformazione dei processi delle PMI);
  • facilitare lo smaltimento degli scarti, quale parte residuale del processo di lavorazione e di riciclo, privilegiandolo, nell’applicazione delle relative tariffe, rispetto al conferimento delle frazioni indifferenziate; al contempo, rispondere al crescente fabbisogno impiantistico di smaltimento attraverso l’autorizzazione di nuovi impianti o l’ampliamento di quelli esistenti anche grazie a procedure più snelle e tempi certi;
  • prevedere una congrua rappresentanza degli operatori del settore negli organi di governo del sistema nel suo complesso e delle singole filiere, come peraltro previsto dalle norme di settore e dalla stessa Direttiva europea sui rifiuti, che richiede, per una governance efficace dei sistemi di responsabilità estesa del produttore, l’introduzione di meccanismi per il coinvolgimento e il confronto tra le rappresentanze dei soggetti che costituiscono gli “anelli” delle filiere, per la continua ricerca di punti di equilibrio tra i vari interessi (talvolta contrastanti) rappresentati dalle parti, sia pubbliche che private.

 


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